LA LEGGENDA DEL DREAM CATCHER
SECONDO LA CULTURA DEI CHEYENNE
Molto tempo prima che
arrivasse l’uomo bianco, in un villaggio cheyenne viveva una bambina il cui
nome era Nuvola Fresca. Un giorno la piccola disse alla madre, Ultimo Sospiro
della Sera:” quando scende la notte, spesso arriva un uccello nero a nutrirsi,
becca pezzi del mio corpo e mi mangia finché non arrivi tu, leggera come il
vento e lo cacci via. Ma non capisco cosa sia tutto questo”. Con grande amore
materno Ultimo Sospiro della Sera rassicurò la piccola dicendole: “le cose che
vedi di notte si chiamano sogni e l’uccello nero che arriva è soltanto un’ombra
che viene a salvarti” Nuvola fresca rispose: “ma io ho tanta paura, vorrei
vedere solo le ombre bianche che sono buone”. Allora la saggia madre, sapeva
che in cuor suo sarebbe stato ingiusto chiudere la porta alla paura della sua
bimba, inventò una rete tonda per pescare i sogni nel lago della notte, poi
diede all’oggetto un potere magico: riconoscere i sogni buoni, cioè quelli
utili per la crescita spirituale della sua bambina, da quelli cattivi, cioè
insignificanti e ingannevoli. Ultimo Sospiro della Sera costruì tanti dream
catcher e li appese sulle culle di tutti i piccoli del villaggio cheyenne. Man
mano che i bambini crescevano abbellivano il loro acchiappasogni con oggetti a
loro cari e il potere magico cresceva, cresceva, cresceva insieme a loro… Ogni
cheyenne conserva il suo acchiappasogni per tutta la vita, come oggetto sacro
portatore di forza e saggezza. Ancora oggi, a secoli di distanza, ogni volta
che nasce un bambino, gli Indiani costruiscono un dreamcatcher e lo collocano
sopra la sua culla. Con un legno speciale, molto duttile, plasmano un cerchio,
che rappresenta l'universo, e intrecciano al suo interno una rete simile alla
tela del ragno. Alla ragnatela assegnano quindi il compito di catturare e
trattenere tutti i sogni che il piccolo farà. Se si tratterà di sogni positivi,
il dream catcher li affiderà al filo delle perline (le forze della natura) e li
farà avverare. Se li giudicherà invece negativi, li consegnerà alle piume di un
uccello e li farà portare via, lontano, disperdendoli nei cieli...
LA LEGGENDA DEL DREAMCATCHER
SECONDO LA CULTURA LAKOTA
Nei tempi antichi un vecchio stregone si trovava sulla
cima di un monte ed ebbe una visione. Iktome, grande maestro di saggezza, gli
apparve sotto forma di ragno e gli parlò in una lingua sacra. Disse al vecchio
lakota dei cicli della vita, di come iniziamo a vivere da bambini passando
dall’infanzia all’età adulta, e alla fine diventiamo vecchi e qualcuno si
prende cura di noi come se fossimo diventati un’altra volta bambini, così si
completa il ciclo. Mentre parlava, il ragno prese all’anziano un cerchio che
aveva con lui, era un cerchio di salice al quale erano attaccate delle piume e
delle crine di cavallo abbellite da perline. Prese il cerchio e iniziò a
tessere una rete all’interno, mentre tesseva continuava a parlare e disse: “in
ogni periodo della vita vi sono molte forze, alcune buone e altre cattive, se
ascolterai le forze buone queste ti guideranno nella giusta direzione, ma se
ascolterai quelle cattive andrai nella direzione sbagliata e questo potrebbe
danneggiarti. Mentre il ragno parlava continuava a tessere nel cerchio la sua
tela, quando finì di parlare Iktome consegnò all’anziano il cerchio con la rete
e disse: “la ragnatela è un cerchio perfetto con un buco nel centro, utilizzala
per aiutare la tua gente a raggiungere i loro obiettivi, facendo buon uso delle
idee, dei sogni e delle visioni. Se crederete in WAKAN TANKA, la rete tratterrà
le vostre visioni buone, mentre quelle cattive se ne andranno attraverso il
foro centrale”. L’anziano stregone raccontò in seguito questa visione alla sua
gente e da allora i Lakota ritengono l’acchiappasogni un oggetto sacro e lo
appendono all’entrata dei loro tepee per filtrare i sogni e le visioni. Quelli
buoni sono catturati nella rete e quelli maligni scivolano nel buco centrale e
scompaiono per sempre
Vedo che ora l'immagine non si soprappone come prima. Cara nipote non so se qualcuno te lo abbia detto ma anche questo blog trovo che sia lentissimo non capisco perché si debba aspettare tanto tempo perché si apra. Poi vorrei aggiungere che è tanto che non ti vedo da me.
RispondiEliminaZio Tomaso
Grazie per questo bel racconto!
RispondiEliminaTi aspetto da me Pat c'è un premio che ti aspetta.
Bacio